venerdì 4 luglio 2014

Books! Books everywhere!

Io compro libri. Vagonate di libri. Non è che lo faccio apposta, è solo che quando passo vicino a una bancarella o a una libreria sento tante flebili vocine che mi chiamano imploranti supplicandomi di dare loro una chance. Il portafoglio piange, ma non c'è modo migliore per farlo tacere che spendere per un libro. Perciò compro e accumulo, metto tutto da parte con l'idea che un giorno ogni pagina verrà letta. 

Lo spazio nella mia camera è drasticamente ridotto perché, be', ci sono libri sulle mensole, libri sotto la scrivania e sopra la scarpiera, libri nei cassetti, libri nell'armadio, libri in scatole da scarpe imbucate strategicamente sotto ai termosifoni. Se ai libri aggiungiamo i fumetti poi, la situazione si fa allarmante. Sono arrivata a impilare i libri gli uni sugli altri in doppie e triple file e a usare mucchi di libri come comodino accanto al letto (è il gruppo dei "papabili", ossia di quelli che mi ispirano di più e che è probabile che legga prossimamente).
Conservo gelosamente anche i libri che ho detestato o che non mi ispirano per niente (si sa mai che in futuro cambi idea). Catalogo tutto con scrupolo su aNobii (prima di scoprirlo avevo un foglio Excel) e mi segno le letture su dei fogli attaccati alla porta della stanza. 
In parole povere rasento la maniacalità.

Nonostante tutto, continuo ad accumulare. E infatti nell'ultima settimana ho portato a casa diversi nuovi titoli.

Un paio di giorni fa il piazzale vicino a casa mia si è riempito di bancarelle (festa del patrono di quartiere). Tra abiti smessi, chincaglierie e cianfrusaglie di ogni tipo, io sono andata a caccia di libri usati. E nonostante lo scarso quarto d'ora che ho potuto dedicare all'evento, ho ugualmente avuto fortuna e comprato per pochi spiccioli questi libri:







Il nuovo (non più tanto) libro della Rowling orfana di Harry Potter.
Ho letto un sacco di commenti contrastanti su questo titolo ed è nata spontanea la curiosità di leggerlo per decidere da me se merita oppure no.



Alle superiori ho studiato spagnolo. In terza liceo la mia professoressa decise di assegnare a ogni studente un romanzo diverso in lingua originale, e verso la fine dell'anno a ogni lezione uno studente avrebbe dovuto esporre una relazione sul libro letto.
Al momento di scegliere il libro, la prof. aveva sparpagliato tutti i candidati su un banco. Apparentemente mi aspettava una lotta all'ultimo sangue: tutti gli scolari (notoriamente sfaticati quando si tratta di studiare) si sarebbero buttati sui libri più sottili e con meno pagine per ottenere il bel voto col minimo sforzo possibile. Negli occhi dei miei compagni luccicavano scintille di sfida che preannunciavano il tuffo sul banco a caccia del libretto più breve possibile.
Io non facevo testo. Avevo immediatamente messo gli occhi sul libro più grosso che c'era. Circa 500 pagine in formato tascabile con una copertina accattivante (cioè questa): era una sfida personale. Neanche a dirlo, tutti i miei amici si tennero alla larga dal tomo, che finì senza problemi in mano mia.
Non rileggo questo libro da allora ma, a suo tempo, lo adorai. E' un libro che parla di letteratura e, in generale, di libri, parla di Dumas e dei Tre moschettieri, parla di libri esoterici e rituali demoniaci, e il tutto è amalgamato in un romanzo giallo che in diversi punti tiene il lettore sulle spine dalla tensione. Il mio nickname, Fargas, viene da questo libro, perché l'ho rubato al personaggio che mi era piaciuto di più.
Ora sono probabilmente una lettrice più navigata, ma quella volta questo libro mi aveva folgorata. Restituii la mia copia alla biblioteca della scuola davvero a malincuore e, dopo di allora, per anni ho cercato l'edizione spagnola nelle librerie in giro per la città. Qualche tempo fa sono riuscita ad acquistarla con l'intento di rileggere El club Dumas e, anche se ho già letto questo libro e se ho la versione spagnola, spendere la ridicola cifra di 1€ per avere anche la traduzione italiana non mi è parso un brutto affare u_u







Il primo romanzo di David Foster Wallace. Anche se ho altri suoi titoli che aspettano da tempo di essere letti (tra cui Infinite Jest), è un autore che vorrei approfondire, perciò aggiungo alla pila pure questo.











Da qualche anno leggo anche romanzi rosa. Prima li avevo sempre snobbati (colpa di due orridi residuati bellici della gioventù di mia madre che avevo trovato da ragazzina sepolti in camera mia).
Sveva Casati Modignani è uno di quei nomi che nell'ambito dei romanzi rosa italiani prima o poi sbuca fuori, un po' come Liala, Carolina Invernizio o Maria Venturi. Prima o poi ci si passa semplicemente perché, a furia di sentirli, sorge la curiosità. Così per levarmi lo sfizio ho comprato anche questo Come vento selvaggio.






Vabbè, dubito che questo abbia bisogno di presentazioni. Chiariamoci, il mio spirito è per le materie umanistiche e l'economia proprio non mi si addice. Ma tentare di riempire le lacune non può farmi che bene e questo è proprio un signor saggio.
La mia edizione spalma quel chiletto lungo 1500 pagine (alla faccia delle edizioni tascabili). Onestamente non so se riuscirò mai a leggerlo, ma di sicuro farò qualche tentativo.
E poi vogliamo mettere l'effetto esilarante di acquistare praticamente insieme un saggio di economia e un romanzo rosa? Rido ancora se ci ripenso XD





Gli acquisti di oggi li rimando al prossimo post (sarebbero anche le due del mattino e la stanchezza avanza). Stay tuned! :D

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