mercoledì 2 luglio 2014

Una nuova avventura!



Non pensavo che avrei mai aperto un blog tradizionale, un vero e proprio diario online in cui lamentarmi o gioire degli alti e bassi della mia vita. E, a dire il vero, apro Bluebook con un intento leggermente diverso. 
Finora ho cercato di condividere le mie passioni tramite il mio personale profilo Facebook, un altro blog creato ben prima di questo e un forum che ho frequentato per 3 anni assiduamente. Ecco che cosa ho imparato. 

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Con Facebook ho sempre usato il mio profilo personale, quello con il mio vero nome, quello in cui aggiungere tra gli amici persone con cui intrattengo un rapporto diretto. Si presuppone che, essendo amici miei, dobbiamo avere qualcosa in comune, e spesso è così, ma ho interessi diversi ed è difficile condividerne più un paio con la stessa persona, costringendomi a selezionare di volta in volta con chi parlare di cosa. E fin qui tutto normale, Pirandello un secolo fa aveva capito come gira il mondo ben prima di me u_u 
Il punto è che, avendo a che fare sempre con le stesse persone, ci si costruisce un'immagine pubblica che finiamo per appiccicarci addosso e scrollarla via non è poi facile come può sembrare (si sa, tra il dire e il fare...). Pian piano diventa una gabbia che ci costringe ad agire come gli altri si aspettano che facciamo, proprio seguendo il modello offerto da quell'immagine. Cioè, se io fossi una darkettona a cui piacciono gli abiti neri, il trucco pesante e la musica emo, arrivare da un giorno all'altro vestita di fiocchi rosa e col sorriso a 32 denti potrebbe spiazzare chi mi conosce, quindi potrei decidere di non vestirmi fru fru per evitare commenti e pettegolezzi di chi mi conosce in tutt'altra veste.
Ergo, Facebook pone (a me personalmente) dei limiti.

Nel lontano 2010 (sembra passata una vita da allora), mi solleticava da un po' l'idea di aprire un blog per commentare quello che guardavo/leggevo, offrendo recensioni il più possibile oggettive per far conoscere in Italia opere mai giunte nel nostro paese o poco considerate. 
In un paio d'anni scrissi una decina di recensioni su libri, film e telefilm. Per quanto non siano capolavori letterari, vado fiera di quel mio piccolo lavoro perché so di averci messo anima e corpo, perdendo ore sulle ore a rispulciare le opere, cercare info, immagini, video e link e a controllare ogni minimo dettaglio, dalla grammatica alla veste grafica. 
Ogni articolo era una piccola impresa che richiedeva molto lavoro, soprattutto perché prendevo la cosa forse un po' troppo sul serio e cercavo sempre di scrivere in maniera non troppo personale, senza sbottonarmi, per mantenere una parvenza di serietà e neutralità.
Ecco, tutta questa serietà rendeva la scrittura un'operazione faticosa (più di quanto già non sia) e avevo sempre meno voglia di prendere in mano il prossimo libro da recensire sapendo che avrei dovuto spenderci un sacco di tempo ed energie. 
Attualmente il blog è ancora aperto ma non viene aggiornato da più di un anno e non ho ancora ritrovato la voglia di metterci le mani. Comunque non lo considero un esperimento fallito, anche se non pubblico da tempo potrei sempre tornare a farlo in futuro, quindi nella mia testa è ancora un progetto attivo, sebbene sembri abbandonato. 
Quindi anche il vecchio bloggo (per come l'ho impostato io) mi pone dei limiti.

Un anno dopo l'apertura del vecchio bloggo, nel luglio 2011 venni accalappiata su Facebook dal creatore di un forum sempre in cerca di nuova linfa per il suo piccolo regno. Non avevo mai partecipato a un forum, ero una di quelle che li usava per cercare informazioni, consultando le discussioni interessanti senza alcun intento di iscrivermi o di postare delle risposte. Fu un guizzo d'impulsività e mi registrai. 
In breve tempo ero dentro, facevo parte della community. Era un forum piccolo e dopo poche settimane conoscevo tutti e tutti mi conoscevano. Era una bella atmosfera, così intima nonostante fosse un luogo pubblico, e anche abbastanza vivace: ogni giorno c'era tanto da leggere e tanto a cui rispondere. Meno di un anno dopo ero moderatrice. 
Non starò qui a perdermi raccontando dettagli sulla gestione o sugli utenti. Basti sapere che in un modo o nell'altro anche quel posto mi era diventato stretto e alla fine ha chiuso del tutto poco tempo fa, facendo sparire per sempre tutte le mie parole scritte su chissà quanti argomenti. Era quasi inevitabile ma è stato lo stesso un enorme dispiacere. 
Comunque alla fine anche quel forum se n'è andato e io mi sono ritrovata orfana. 

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Date queste esperienze, le mie conclusioni sono che: mi serve uno spazio dove potermi esprimere senza ostacoli di sorta, senza persone di cui dovermi preoccupare, senza regole da rispettare (nei limiti dell'informatica e di Google XD). Uno spazio in cui poter parlare di tutte le cose che catturano il mio interesse senza dovermi limitare a un solo argomento. Uno spazio da non prendere eccessivamente sul serio, dove poter postare un papiro come due righe, dove poter condividere le immagini di quello che creo e i motivi per cui l'ho creato, dove poter commentare tutto quello che fa parte della mia vita intellettuale e, in parte, anche quella personale, dove poter raccontare le mie illuminazioni a ciel sereno ed epifanie improvvise (anche se non gliene frega niente a nessuno), solo per il piacere di far sapere al mondo che sono giunta a quelle conclusioni. Uno spazio per creare un archivio datato e consultabile a piacere della mia vita interiore, di quello che penso e che faccio, e che molto spesso non condivido con nessuno semplicemente perché a nessuno interessa e anche perché faccio un po' fatica ad aprirmi con le persone. Parlare di tutto quello che considero importante ma che la gente di me non vede.

Quindi sì, da una parte Bluebook offre spazio alla mia vita personale e apre una piccola breccia nel mio muro di riservatezza, ma dall'altra accoglie anche tutto ciò che non ho mai avuto problemi a divulgare e per cui mi piacerebbe raccogliere del feedback. 
Non sarà rigido come il vecchio bloggo né intimo come un diario vero (anche da ragazzina non ho mai avuto la costanza per portarne avanti uno più di qualche mese -_-), non sparirà dalla rete finché non sarò io a volerlo (e dubito che mai lo vorrò, sono una che conserva tutto) e spero mi permetta un'apertura che non ho mai sperimentato prima.

Buttiamoci. 

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