lunedì 15 febbraio 2016

Nuovo Book Tag - Parte 1 (di 3)

Ho trovato un altro giochino libroso. Va da sé che mi piace parlare di libri e delle mie abitudini in relazione ai libri, ma mi piacciono anche quiz e questionari, perciò vado a nozze con questo tipo di giochi personali. 
Mi rifaccio al book tag pubblicato su Libroinborsa e diviso in tre parti causa lunghezza; potete leggerle tutte e tre qui, qui e qui.

Che la festa cominci!


1- Come scegli i libri che leggi? Ti fai influenzare dalle recensioni?

Dipende dalle recensioni. Spesso dipende da come sono scritte. Se trovo recensioni corrette e argomentate che spiegano in maniera coerente cosa l'autore della recensione critica e cosa apprezza, allora prendo in considerazione la recensione come seria. Poi però non è detto che se una buona recensione demolisce un libro io decida automaticamente di non leggerlo (o il contrario, una recensione che esalta un titolo non mi spinge necessariamente a leggerlo).
Scelgo basandomi su tanti fattori. Se già conosco l'autore, se mi interessa il genere o l'argomento o l'ambientazione, se il libro è stato pubblicato da una casa editrice o in una collana che ha già pubblicato titoli che mi sono piaciuti. Se gli elementi criticati o apprezzati sono simili a quelli che critico o apprezzo io in altri libri.
Basta un niente per far scattare la curiosità e, nonostante questo, ci sono  libri che non mi ispirano per niente e che non ho intenzione di leggere (ciò non toglie che in futuro potrei cambiare idea e leggerli lo stesso). Capita che mi incuriosiscano libri di cui ho molto sentito parlare o che hanno suscitato polemiche: voglio fare esperienza diretta del testo per poter formulare un mio giudizio senza dovermi per forza rifare a quello degli altri.
Al contrario, spesso suggerimenti diretti di conoscenti mi fanno passare la voglia. E' come se mi sentissi forzata a leggere una volta che il titolo è stato suggerito. Se invece il libro viene  menzionato casualmente durante una conversazione, allora potrebbe incuriosirmi e magari faccio qualche ricerca per informarmi meglio.
Complicato, I know. Ma davvero scegliere è un processo complesso che il cervello fa in pochissimo tempo, bisogna solo riuscire a stargli dietro.


2- Dove comperi i libri? Libreria o on-line?

Entrambi. Online sfrutto i remainders, gli sconti e cerco il materiale di difficile reperibilità o fuori catalogo. Mi scoccia ordinare in libreria, dover aspettare notizie e poi dover andare a ritirare; preferisco fare tutti questi passaggi senza un intermediario fisico (umano), faccio gli acquisti per i fatti miei.
Però mi piace anche andare a zonzo per librerie, tenere sempre d'occhio quali titoli posso trovare in quale negozio, saggiare con mano la consistenza del volume cartaceo, la resistenza della copertina o della rilegatura e la qualità della carta. Mi piace tuffarmi tra gli scaffali dell'usato e uscire dal negozio con le mani sporche di polvere ma con nuovi libri nella borsa: è il gusto della ricerca, come anche quello di scoprire qualcosa di nuovo e inaspettato quando si stava cercando tutt'altro.


3- Aspetti di finire un libro prima di coperarne un altro o hai le scorte?

Montagne di scorte. Pile e pile di roba che ammasso perché mi piace avere scelta, perché compro quando ci sono le occasioni, perché certi titoli spariscono presto dal mercato e, anche se non ho intenzione di leggerli ora, preferisco comprarli subito piuttosto che fare acrobazie più avanti per reperirli. Se non avessi libri in avanzo mi sentirei in trappola, costretta a leggere il solo libro iniziato perché è l'unico che c'è. Una claustrofobia libraria, anzi un'imposizione. Decisamente deterrente alla lettura.
Non ha importanza se alla fine non  li leggerò tutti (non c'è neanche da dubitarne), ma l'idea c'è ed è quella che conta e che mi dà l'illusione di poter leggere tutto prima o poi. Uno per volta non fa per me.


4- Ti fai influenzare dal numero delle pagine quando compri un libro?

Mah, no. Leggo libercoli di meno di 90 pagine come tomi di oltre 1000. Al momento dell'acquisto non fa differenza. Se mi ispira lo compro indipendentemente dalla lunghezza.
Casomai la lunghezza può influenzare il momento in cui leggere un certo libro. Se sono pronta per qualcosa di impegnativo posso buttarmi sui libroni; se ho voglia di qualcosa di veloce o se sono in fase di blocco del lettore, allora è meglio iniziare qualcosa di breve, se non proprio brevissimo.


5- Hai un autore/genere preferito?

Un autore solo no, casomai ci sono alcuni autori od opere che ho adorato, ma limitarsi a uno è troppo restrittivo.

Se si parla di genere forse dovrei rispondere fantasy. Fantasy in senso ampio, includendo anche una marea di sottogeneri. Fantasy è Robert Howard, come Joan Rowling, come Sherrilyn Kenyon, come Terry Pratchett, come Jacqueline Carey, come il Jonathan Carroll di Mele bianche e Zuppa di vetro, come Neil Gaiman, come Robert Holdstock, come Susanna Clarke, come Michael Ende e potrei continuare per altre venti pagine.
Forse addirittura l'epic fantasy è quello che preferisco. Il più classico dei classici. Ho sentito spesso che molti lettori si annoiano a leggerlo perché "è tutto uguale, sempre la solita storia". Forse è proprio quello che piace a me.
Quando ero piccola e nemmeno sapevo cos'era un genere e men che meno cosa fosse il fantasy, a me piacevano le storie con draghi e magia, carri e cavalli, mantelli e spade, nobili e castelli. Mi piaceva quello. Ogni volta che entravo in una storia così, fosse un libro, un film, un cartone, io mi sentivo a casa. E mi fa ancora lo stesso effetto: è come riconoscere il proprio posto, il posto che ha davvero senso anche se ogni universo narrativo segue regole totalmente diverse. Eppure sono tutti accomunati da quel qualcosa che mi calza a pennello. E' l'aria di casa, di giusto, di confortevole.

A ruota segue la fantascienza, un gradino subito sotto. Mi autoanalizzo e oso dire che potrebbero essere i miei generi preferiti perché sono quelli più distanti dalla realtà, sono i meno verosimili e quindi esempi principe dell'evasione. Sono il più lontano possibile l'immaginazione possa andare dal qui e ora, più escapismo di così si muore. Ai seguaci di Freud l'ardua sentenza.


6- Quando è iniziata la tua passione per la lettura?

A casa mia non ci sono grandi lettori. Ci sono lettori occasionali, molto occasionali. Quand'ero bambina non c'erano letture di libri o racconti di fiabe prima di andare a dormire (in compenso c'era una canzoncina sull'uomo nero...).
Quando è iniziata la mia passione per la lettura? Boh. Di sicuro non ricordo un momento preciso.
Eccolo qua. Il camaleonte che
non riesce a cambiare colore.
Ricordo di aver ricevuto in regalo dei libri per bambini. Ricordo che avevo il libro di Kamillo Kromo e che all'inizio delle elementari era ancora troppo difficile per me; ricordo di averlo messo da parte pensando che l'avrei letto più avanti, quando sarei stata più brava nella lettura.
Ricordo di aver ricevuto delle borse di libri usati, scarti di altre bambine, di amici di famiglia che facevano spazio a nuovi testi (borse che possiedo tutt'ora, perché una volta che i libri arrivano in mano mia non se ne vanno più).
Ricordo che, quando andavo alle elementari, ogni tanto (una volta al mese? O forse una volta alla settimana, chi lo sa, il tempo scorre in maniera totalmente diversa quando sei bambino) le maestre ci portavano nella biblioteca della scuola. Era un posto stupendo: un grande salone dal soffitto alto, col parquet scricchiolante e tanti armadi di legno di colori diversi a seconda dell'età consigliata per la lettura, e alle pareti erano appesi galeoni pirata, palme e altre scenografie di cartone delle vecchie recite scolastiche. A quel tempo andava di moda Vampiretto e tanti miei amici andavano pazzi per quella serie. Io veleggiavo verso altri lidi, anche se mi è sempre rimasta la curiosità per quei libri che leggevano tutti e che io ho sempre scansato; so che leggerli ora non sarebbe la stessa cosa, ma ogni tanto ci faccio lo stesso un pensierino.
Vampiretto il maledetto.
Questo è il primo libro di
una serie di ben venti volumi
con le sue avventure.
Ricordo che quando andavo alle medie, all'inizio di ogni anno, ancora una volta il professore di italiano portava la classe nella biblioteca della scuola, stavolta una stanzetta poco più grande di uno sgabuzzino e senza finestre, e lì ognuno doveva scegliere un libro o due da portare in classe e tenere in un armadio come nostra biblioteca temporanea per l'anno scolastico in corso. Chi voleva poteva portare qualche libro da casa per condividerlo con i compagni, riportandolo a casa a fine anno.
In quel periodo c'erano molte lettrici nella mia classe, spesso parlavano delle loro letture e volavano consigli. Cominciai a sentire un qualche spirito di competizione (io che in realtà non sono per niente competitiva, proprio non mi piacciono le gare) e leggevo anch'io, forse per non essere da meno.
In quegli anni avevo anche un'amica che non aveva la televisione a casa (sua madre era molto severa), in compenso la sua stanza aveva un'intera parete coperta da terra al soffitto con una libreria zeppa di volumi e di giochi. Andavo spesso a pranzo a casa sua e passavo lì il pomeriggio e ogni tanto sceglievo cinque o sei libri da prendere in prestito. Ho letto tanti bei titoli per ragazzi presi da quegli scaffali, soprattutto tanti Salani ed E.L.
La seconda media è stata anche il periodo del mio magico incontro con i fumetti e con il disegno. E' decisamente lettura anche quella e ha cambiato il mio modo di pensare, i miei atteggiamenti, il mio gusto estetico. Ha segnato la mia adolescenza per un decennio a venire.

Quindi non lo so bene quando è iniziata la mia passione per la lettura. I miei genitori non sono lettori eppure mi sono ritrovata da subito piena di libri. Ho avuto molte occasioni per leggere, per girovagare per biblioteche e librerie e avevo tempo o, meglio, dopo la scuola ovviamente giocavo e facevo i compiti, ma i miei hanno sempre lavorato entrambi e fino all'ora di cena di solito non ci vedevamo, perciò avevo i pomeriggi per fare quello che volevo, magari da amici, magari a casa dei nonni, magari in giro per città, ma il tempo per leggere l'ho sempre avuto.


7- Leggi un libro alla volta o più libri insieme?

Più libri insieme. Sento il bisogno di avere in ballo più titoli nello stesso periodo, in modo da scegliere di immergermi in un'atmosfera diversa a seconda dell'umore del momento. Per questo di solito sono titoli di generi differenti o con ambientazioni diverse. Mi immergo totalmente e arrivo presto alla saturazione, così poi ho bisogno di cambiare aria, cambiare storia. Quando ho nuovamente voglia della vecchia storia, riprendo in mano il libro che avevo messo da parte. Ovviamente in questo modo ci vuole un po' di tempo in più per finire ogni titolo, sono una lettrice lenta e (spero) attenta e i libri che divoro in poco tempo non sono poi così tanti in un anno. Mi piace prendermi il mio tempo e permettere alla storia di sedimentare nella mente in modo da non dimenticarla subito dopo aver chiuso la copertina (come invece mi capita se leggo veloce). Il più delle volte sono una slow reader. 


8- Se tutti i libri del mondo andassero distrutti e potessi salvarne solo uno, quale sarebbe?

Questa è una domanda da un milione di doppi dollari. Dovrei scegliere il mio libro preferito oppure uno che penso sia significativo per l'umanità o per la storia della letteratura? (Mi è proprio tornata in mente la scena di The Day After Tomorrow in cui si parla della Bibbia di Gutenberg, che, per la cronaca, NON sarebbe il libro che salverei).
Sinceramente non so che libro sceglierei, non riesco nemmeno a scegliere un solo titolo tra i favoriti. Ma una cosa la so: se dovessi leggere un solo libro per il resto della mia vita, ne sceglierei uno bello grosso. Inutile girarci attorno: una volta che il libro finisce, la sua storia è finita e non ce n'è altra, bisogna accontentarsi, perché ogni libro è un'opera unica, un'esperienza unica. Un libercolo sottile, per quanto profondo, toccante o importante, non può durarmi tutta la vita. Preferisco piuttosto un librone immenso: più parole e più pagine hanno maggiori probabilità di offrire varietà, sfaccettature, molteplicità di temi, toni, registri, personaggi, situazioni, linguaggi, ambientazioni. Più varietà e meno chiusura, meno noia, probabilmente più materiale su cui riflettere, da analizzare, da assaporare. Non ho niente contro i libri sottili, mi piacciono, ne ho molti e li leggo volentieri, ma se davvero potessi salvarne solo uno e avessi solo quello da rileggermi per il resto della vita, allora ne vorrei uno pieno zeppo di roba, uno ricco che mi tenga occupata fino alla fine dei giorni.


9- Perché ti piace leggere?

In maniera semplice e onesta, perché non è qui e non è ora. Mi piace leggere perché mentre leggo non sono io, sono qualcun altro, non mi devo occupare di me e dei miei problemi. Posso andare dove la storia mi porta, osservare quello che mi offre, affrontare persone e situazioni in cui sicuramente non mi imbatterò mai nella vita reale. Perché è un mondo parallelo che ha poco a che fare con il mio presente. Anzi, non è un mondo, è un multiverso di interconnessioni, dove ogni libro è un tassello del non qui e del non ora. E' altro e mi piace per questo.


10- La tua libreria è ordinata secondo un criterio o è in ordine sparso?

E' organizzata secondo un ordine che ha senso solo per me XD Tengo insieme titoli di un certo genere (ad esempio tengo il grosso dei fantasy nello stesso posto), una determinata collana (gli Einaudi Stile Libero o i classici Newton & Compton, principalmente per questioni di dimensioni e perché è più piacevole esteticamente vedere vicini libri simmetrici), un autore (tengo insieme i libri di Mika Waltari oppure quelli di Paul Auster etc), un ciclo (la saga dei Mitago, le indagini di Montalbano, i volumi della Confraternita del Pugnale Nero...), una lingua straniera (cerco di tenere tutti nello stesso posto i libri in spagnolo o in inglese). Tengo tutti da una parte i saggi che sono stati testi d'esame all'università, più che altro perché li associo tutti a quella fase della mia vita (un po' come i vecchi libri di testo di quando andavo a scuola) e perché così è facile ritrovarli.
I libri singoli che non hanno legami con altri libri sono messi un po' alla rinfusa in base a quanto fortemente sono interessata a leggerli prima di altri. I libri che sono più curiosa di leggere stanno inevitabilmente a portata di mano (poi non è detto che li legga in tempi brevi...), i libri comprati di recente vengono infilati negli spazietti che riesco a trovare qua e là, senza un ordine preciso, i libri che ho letto e che per ora non intendo rileggere sono relegati in scatole, armadi e sul fondo di librerie imbucate.
Più o meno so dove sta un po' tutto, ma i libri sono tanti, qualche volta ho bisogno di riordinare nel tentativo di trovare altro spazio per i libri nuovi. Ogni tanto mi tocca cercare, scavare, spostare per trovare quello che voglio, ma è normale. La mia libreria ha una simmetria tutta mia, funzionale per me sola.


E con questo chiudo la prima parte del gioco. Nuove risposte ad altre domande librose arriveranno prossimamente :)

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